Accogliere, Proteggere, Promuovere, Integrare

Sono più di 2400 gli immigrati residenti sul territorio diocesano; molto spesso sono invisibili e non coinvolti nella vita delle comunità in cui risiedono. Per questo motivo è stato avviato il progetto APRI (Accogliere, Proteggere, Promuovere, Integrare) promosso da Caritas Italiana, a cui ha aderito anche la Diocesi di Ugento – S. M. di Leuca che ha coinvolto 34 immigrati e alcune comunità parrocchiali, attraverso famiglie tutor che si sono rese disponibili ad accompagnare il cammino di integrazione nella comunità per questi immigrati residenti nel proprio territorio: in Alessano, Gagliano del Capo, Marina di Leuca, Presicce-Acquarica, Salve, S. Eufemia di Tricase, Taurisano e Tiggiano.

Grazie al progetto APRI molti immigrati sono entrati nel mondo del lavoro attraverso tirocini formativi in aziende locali, hanno potuto prendere la patente di guida, essere coinvolti in attività sportive di oratorio.
“Tutti questi fratelli sono stati seguiti dagli operatori Caritas, che sono diventati un significativo punto di riferimento insieme alle famiglie tutor – afferma don Lucio, direttore della Caritas Ugento – Santa Maria di Leuca.

Mottaa Alhggi, è una donna siriana, arrivata in Italia con la famiglia, quattro anni fa. Inizialmente inseriti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) oggi hanno una casa propria, pagano l’affitto, sono parte attiva della comunità. Il marito e tre figli, accolta dalla comunità di Tiggiano dove oggi risiedono. Il marito Adnan Killeh fa l’imbianchino per un’azienda di Tiggiano, il figlio maggiore Fayssal lavora presso un’autofficina nel vicino paese di Corsano, gli altri due figli Wael e Mohammed frequentano le scuole locali. Mottaa per ora gira in bicicletta, “ma ho paura – dice ridendo – per questo studio per prendere la patente di guida”.

Mottaa Alhggi

Il termine “Apri” accoglie e sintetizza l’invito di Papa Francesco pronunciato nella Giornata mondiale della pace 2018 – “Aprire, proteggere, promuovere, integrare” – assieme al gesto di aprire la porta.
“Apri” è un progetto della durata di sei mesi. Ogni “famiglia (tutor)” è espressione della comunità parrocchiale, punto di riferimento nel cammino d’integrazione. Significativo strumento, nel percorso degli immigrati, è il “Diario di bordo”, con cui i beneficiari, la “famiglia (tutor)” e la comunità parrocchiale e diocesana, raccontano il cammino d’inclusione e i progressi fatti durante il periodo di vita insieme, attraverso le varie esperienze che organizzate dalle comunità parrocchiali.
Il progetto “Apri” prende in carico le situazioni dei più vulnerabili, in particolare famiglie con bambini e singoli con fragilità, con l’obiettivo di “dare maggiori opportunità di integrazione a chi è in regola con i permessi”. L’iniziativa è il prosieguo del progetto “Protetto. Rifugiato a casa mia”, il percorso che la Caritas aveva dedicato ai migranti qualche anno fa e che ha visto partecipi alcune parrocchie della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca.

Ai trenta beneficiari del progetto “Apri” si sono aggiunti altri settanta immigrati, che la Caritas diocesana sta sostenendo, in questo particolare periodo di difficoltà, attraverso l’ascolto dei loro bisogni e l’aiuto alimentare.