L’Associazione Form.Ami partecipa al Progetto SAFE – rete per l’inclusione e la salute che coinvolge 24 partner tra il Trentino e la Sicilia. Un programma di 18 mesi per attuare strategie e realizzare progetti che sensibilizzino sul tema della povertà sanitaria e dell’inclusione lavorativa.

Un progetto, nato grazie al finanziamento del Ministero del Lavoro, che ha il compito di coordinare l’attività di realtà presenti in modo capillare su tutto il territorio italiano. Realtà esperte, competenti, attive da anni per rispondere in maniera puntuale ai bisogni dei soggetti deboli sul nostro territorio.

“L’associazione Form.Ami è impegnata da anni sul fronte della formazione e dell’inserimento lavorativo in un territorio, quello pugliese e in particolare salentino, afflitto dalla disoccupazione” dice il presidente Donato Parisi. “Abbiamo ritenuto per questo importante aderire al progetto nazionale Safe, per intervenire in maniera ancor più efficace a beneficio di tutta la comunità”.

Sono tre i progetti con cui Form.Ami aderisce a Safe:

LGS, Lavoro Giustizia Salute – Nessuno è scarto

PUOI – Protezione unita a obiettivo integrazione

Garanzia Giovani

Per ognuno di questi tre progetti, raccontiamo l’esperienza formativa e/o lavorativa di tre giovani di nazionalità diverse che vivono nel territorio del Capo di Leuca:

Otilia Lefter, 33 anni, nel 2019, spinta dal desiderio di conoscere e scoprire nuove culture, ha deciso di partire dalla sua Romania, con un progetto di volontariato del Servizio civile europeo, per testare nuove possibilità di crescita, anche professionale. Arrivata in Salento, in questo novembre 2021 sta terminando quattro mesi di tirocinio formativo nell’ambito del progetto LGS, organizzato dall’associazione Form.Ami in collaborazione con Caritas Diocesana Ugento Santa Maria di Leuca, finanziato con i fondi dell’Otto per Mille 2021. Il progetto è inserito nel programma SAFE, Rete nazionale per l’inclusione e la salute.

Fayssal Mohammad Kylleh, è siriano, ha 20 anni. Dopo un tirocinio formativo presso un’azienda di autoriparazione di Corsano, è stato assunto e lavora ormai stabilmente. Il tirocinio è stato avviato dall’associazione Form.Ami nell’ambito del progetto “Puoi – Protezione Unita a Obiettivo Integrazione” che finanzia percorsi di integrazione socio-lavorativa per immigrati titolari di protezione internazionale e umanitaria, promosso nel 2019 da Anpal Servizi, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro.

Federico Stefanelli, salentino, 22 anni, dopo un tirocinio di sei mesi in una piccola azienda di produzione di tendaggi finanziato grazie al programma Garanzia Giovani, oggi ha un contratto di tre anni come apprendista con la speranza di riuscire ad ottenere anche lui, al termine, un rapporto di lavoro stabile.

SAFE in inglese significa SICURO, PROTETTO, AFFIDABILE

Descrive uno “stare bene” in relazione con gli altri, non da solo.

Il logo del progetto è una firma, semplice, autografa che chiunque può imparare a fare. Questo simbolo vuole significare che tutte le persone e gli enti partner del progetto si impegnano a testimoniare questa appartenenza reciproca, offrendo spazi accoglienti, cure, beni necessario ma anche e soprattutto tempo, ascolto, sorrisi e risposte ai problemi.

Così Safe diventa una rete, spazio di confronto e di incontro dove ognuno ha qualcosa da dire, una storia da raccontare, un aiuto da donare: l’operatore come il volontario, l’ospite come il cuoco, il direttore come il senzatetto. Un gioco delle parti in cui non esiste chi salva e chi è salvato, perché siamo tutti sulla stessa barca.

Hanno aderito al progetto enti nazionali e locali, in un’ottica di sussidiarietà circolare, tra i quali: Banco Farmaceutico, Acli – Sta, Caritas Italiana. Ente capofila è Caritas di Rimini. “Un grande onore per noi – racconta Mario Galasso, direttore della Caritas di Rimini – “Con Safe abbiamo una grandissima opportunità: ampliare le nostre competenze per servire al meglio le persone che si rivolgono a noi”.

Collegati al sito di Safe per saperne di più: